"Benetti: L’arte tra alchimia e movimento” di Francesco Elisei
Cesare Brandi teorizzò la formulazione dell’immagine e la costituzione dell’oggetto, questi due elementi risultarono essere molto importanti al fine di riuscire a comprendere il lavoro e l’opera di un artista. Lo Iato che separa la formulazione dell’immagine e la costituzione dell’oggetto rappresenta la chiave di lettura dell’arte e dell’artista. Quando guardiamo le opere di Benetti è come se fossimo trasportati al
centro di questa grande officina alchemica che è il pensiero dell’artista. Durer quando incise “Melancholia I” diede la rappresentazione del rapporto stretto che esiste tra l’arte, l’artista, il filosofo, il demiurgo e il procedimento alchemico della trasformazione degli elementi. Zolà descrisse l’artista come un sentimento che interpreta la realtà. Unendo queste affermazioni riusciamo a comprendere quanto sia duro e problematico il lavoro di un artista e quante volte, in maniera maldestra, definiamo l’arte. Le opere di Benetti sono una sintesi formidabile tra alchimia, movimento, capacità interpretativa e soprattutto quel tanto cercato taglio obliquo contemporaneo che ad oggi risulta essere lo strumento principe per definire. Le sue opere narrano di elementi cardini della vita dell’universo, la terra, l’aria, l’acqua, il fuoco, tutti questi elementi hanno una loro energia, vigoria, forza, Benetti li raccoglie, li cristallizza all’interno delle sue opere, ne trasforma i connotati dando avvio ad nuovo ordine classico fatto di arte e movimento, dove la figura umana è assente, disturberebbe il cosmico respiro delle cose.
Francesco Elisei |
Curatore del padiglione della Repubblica di Moldova alla 52ª Biennale di Venezia |
Curatore del padiglione IILA/ Costa Rica alla 53 et 54 Biennale di Venezia |