"L’arte che va di moda: il gusto Neorupestre di Andrea Benetti” di Chiara Giacobelli
Tra i piaceri che La dolce vita può offrire, uno dei più raffinati è di certo costituito dall’arte, in particolare quella contemporanea. Di pittori italiani viventi capaci di regalare intense emozioni, riconosciuti nella propria maestria a livello internazionale, non ce ne sono molti: uno di questi è senza dubbio Andrea Benetti, che nel 2006 ha presentato alla Biennale di Venezia il Manifesto dell’Arte Neorupestre. In un mondo invaso dal consumismo e dalla materialità, dal futile e dalla falsità, l’artista formatosi presso gli ambienti culturali bolognesi, e oggi presente con le sue opere in tutto il mondo, riporta in auge un concetto di ritorno alle origini, basato sull’astrattismo, sulla semplicità del passato, sulla libertà creativa e sulla ricerca dell’essenza stessa delle cose.
“I miei quadri seguono filoni diversi, alcuni fortemente ripresi dalle prime pitture rupestri che gli uomini primitivi realizzavano nelle caverne – spiega Andrea, al momento impegnato ad allestire una mostra a Bari da febbraio e poi una ad Ascoli – altri sono da considerarsi più moderni, quindi una sorta di omaggio all’arte di quell’epoca. Ci sono poi dipinti tendenti all’astrazione e infine quelli più moderni, in cui immagino una pittura primordiale adattata però ai tempi attuali”.
Colori delicati, forme, linee, una netta maestria della tecnica, la pulizia dei tratti e il senso di leggerezza: le opere di Benetti hanno conquistato in un battibaleno la scena attuale dell’arte, finendo a casa di collezionisti e amatori, come pure all’interno di collezioni pubbliche, grazie a quell’insieme di emozioni positive che sono in grado di suscitare ogni qualvolta ci si trovi ad ammirarle. Gli ultimi acquisti – avvenuti lo scorso anno – sono andati ad arricchire la Collezione d’Arte della Camera dei Deputati, a Palazzo Montecitorio, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e il Ministero di Giustizia e dei Diritti Umani a Buenos Aires, mentre negli anni precedenti la firma di Benetti aveva già raggiunto le sale della Collezione del Museion di Bolzano, la Collezione d’Arte del Quirinale e quella dell’ONU. Tuttavia, uno dei suoi quadri più celebri resta l’Omaggio a Karol Wojtyla, regalato al Papa in persona e ora conservato presso le Collezioni Vaticane.
“Mi capita spesso di collaborare con artisti provenienti da altri settori, soprattutto dalla musica, visto che il mio passato è legato a quell’ambiente – dice ancora Benetti, il cui atelier a Bologna è pieno zeppo di opere dai mille colori e dalle più svariate dimensioni – un amico con il quale organizzo spesso eventi in giro per l’Italia è, ad esempio, Frank Nemola, storico musicista di Vasco”.
Dunque l’arte di Andrea Benetti può essere considerata un mix di percezioni sensoriali, in cui gioca un ruolo fondamentale la filosofia che soggiace ad ogni opera. In particolare, ha riscosso un notevole successo il progetto da lui curato “Esplorazione inconsueta all’interno della velocità”, che si costituisce di dodici quadri e un libro, pubblicato e promosso dal Museo di Arte Contemporanea Italiana in America (MACIA).
Di certo tra i pittori più in voga del momento, Andrea Benetti dispone, oltre che di un sito personale, anche di un Archivio Legale Digitale per la Tutela e la Catalogazione delle opere, consultabile online..
Chiara Giacobelli |
Giornalista e scrittrice |