"Il futuro incontra il passato” di Corrado Rozzi
Esiste una storia prima della Storia, in cui i fatti e le esperienze, oltre che in forma puramente orale, di cui non è dato averne traccia, vengono tramandati in forma visiva e in forma materiale, attraverso pitture rupestri e costruzioni megalitiche: la Storia che cerca un varco e si manifesta attraverso le forme. Tempo e Spazio compenetrano quella materia a cui l’essere umano, ininterrottamente dalla sua comparsa, conferisce forme mutevoli in un ciclo continuo e spasmodico. Come se la tensione di uno spirito imprigionato in un corpo di materia volesse dare visibilità al mondo intero della sua grandezza multidimensionale e multiforme. Allora creatività, costruzione ed arte diventano un tutt’uno come spirito, anima e corpo, che si uniscono in una forma perfettamente integrata, ognuna espressione diversa di una stessa sostanza. Con un approccio intuitivo e legato al senso comune, ognuno di noi ha fatto esperienza del tempo come concezione estremamente soggettiva e variabile a seconda delle diverse situazioni vissute. Con l’avvento del mondo scientifico il tempo assume l’aspetto di una grandezza fisica che, assieme alla Lunghezza e alla Massa, viene definita fondamentale. Sulla base di esse vengono ricavate tutte le altre grandezze fisiche a noi conosciute; questo fatto potrebbe dare la parvenza di una concretezza univoca e finalmente trovata per la variabile Tempo; ma volendo approfondire l’argomento ed immergendosi nella questione di cosa sia nella sua essenza il Tempo, ci si rende subito conto di come la questione risulti controversa e in apparenza inafferrabile. Ci si trova subito a constatare che l’oggetto di considerazione è nel contempo oggetto considerante; siamo noi che immersi nel tempo tentiamo di definire il tempo, osservatore e osservato che vengono a coincidere, in una circolarità che forse è proprio la chiave che ci consente di penetrare in questo mistero. Con la ciclicità e circolarità, il tempo perde la sua importanza e il cambiamento ininterrotto, osservabile nella materia più profonda, di cui in parte siamo costituiti, può essere descritto con il mutare di variabili misurabili rispetto ad altre variabili misurabili. Le cose cambiano, le une rispetto alle altre, come i fatti del mondo cambiano gli uni in relazione agli altri, in un infinito presente. Il richiamo alla circolarità del tempo emerge dall’arte Neorupestre come atto creativo del presente, che nella visione di un futuro incontra il passato, e osservando il passato vi scorge il futuro, riconsegnando al tempo quel carattere di circolarità, che era stato perduto. Ed è forse in questo contesto che forme senza tempo lineare, si incontrano nuovamente come forme all’interno di un tempo circolare.
Corrado Rozzi |
Ingegnere studioso di fenomeni legati all’arte primitiva |