“Il mondo astratto di Benetti” di Lorenzo Madaro
«Astrattismo delle origini» nelle opere di Andrea Benetti in mostra al castello di Carlo V a Lecce: prende il via oggi alle 18.30 la personale dell’autore bolognese. È un alfabeto, quello dell’artista bolognese, «costituito da forme e immagini (allusive e illusorie) extradimensionali dal contorno netto e dalla stesura cromatica piatta», come annota nel catalogo il curatore Toti Carpentieri.
Ed è una sorta di approfondimento su quell’astrattismo delle origini che, da tempo, caratterizza ed identifica il lavoro dell’artista, vagabondo ed errante per vocazione e per scelta, per molti versi, ben oltre ogni leggibile riferimento a quei gesti primitivi la cui traccia è rimasta visibile sulle rocce della cueva de Altamira e, perfino, in terra salentina sulle pareti della Grotta del Cervo a Badisco. Benetti, giocando sul rapporto tra immagine significante astrazione, costruisce una sommatoria di addendi figurali, immediati, anche nell’elaborazione cromatica.
Si incontrano omini, stelle a cinque e a sei punte, cuori, quadrati, tondi, sagome femminili, oggetti di uso comune, rettangoli, mezzelune, zigzag, triangoli, sbuffi, ghirigori, stilemi, vele, ottagoni, animali. Emergenze visive ed emozionali da intendersi quali nuovi paesaggi del quotidiano. E si nota «la tecnica, innanzitutto, con
quel suo riandare a modus operandi memorizzati e memorizzabili, tesa a costruire superfici narrative omogenee ed essenziali». Nella ricerca creativa dell’autore non manca lo sguardo sulla televisione digitale e su Internet, che grazie a strumenti di grande diffusione come tablet, smartphone e computer, costruiscono una sorta di realtà, o la sua l’illusione, passando attraverso l’uso di due sensi, che fungono da percettori di immagini e suoni, ovvero vista e udito. In questo quadro, il tempo diviene, conclude il curatore, «approccio alla memoria ma anche unità ritmica che spiega il suo dialogare, in altri luoghi e in altri momenti, con la musica tra timbri e frequenze, e infine lo superficie stessa dell’opera da leggersi come intervallo, battuta, periodo di una capacità espressiva complessa assurta a metodo legittimato». La mostra terminerà il 18 luglio.
Prof. Lorenzo Madaro |
Professore di Storia e Metodologia della Critica d’Arte |
Accademia di Belle Arti di Lecce |
Professore di Storia dell’Arte contemporanea |
Accademia di Belle Arti di Brera · Milano |