"La ventosa e ripida strada dell'arte” di Roberto Sabatelli
A Benetti, il nuovo per il nuovo non gli interessa, la sua è una ricerca a tutto tondo nella sensibilità dell’animo umano, la pittura, la fotografia, la musica interagiscono e si compenetrano in una forma d’arte integrata, retaggio di percorsi effettuati nel suo vivere.
Oggi è così, la pittura formale, ovvero quella da cavalletto, prende sempre maggiore
respiro da una interpretazione plurisensoriale ed interattiva. Le strade che conducono alla perfezione stilistica, non alla bellezza, si badi bene, la bellezza è concetto estremamente personale; in altre dobbiamo ricercare tutto ciò che ci porta all’armonia. Come ci insegna Benedetto Croce, l’armonia è codificata, quindi eguale per tutti; la bellezza no e tendenzialmente non ci interessa. Infatti cos’è la bellezza? È bella la Lunja di Modigliani?
No, ma è l’icona della perfezione e dell’amore; le Demoiselle di Picasso? E la Danse di Matisse? Cosa sono se non la perfezione, cosa sono se non un urlo di gioia per avere trovato la via? Andrea Benetti è un po’ tutto questo, una ricerca continua, senza alibi né scopiazzature, Andrea Benetti è solo se stesso; in un mondo ormai egocentrico e di difficile interpretazione egli va cercando la propria interiorità in modo del tutto personale, seguendo il fil-rouge, non uscendo mai dalla propria etica interiorità. Formalmente un puro, egli si avvia sulla strada della consapevolezza artistica verso quel luogo in cui regna sovrana l’intuizione e la fantasia. Ogni uomo segue la propria utopia, la insegue, a volte la trova, è l’utopia della perfezione, è l’utopia della creazione; l’uomo aspira alla divinità poiché è creatore; creatore di immagini e sensazioni. Ecco perché diviene artista, ecco perché questo mondo così silenzioso, ed a volte esoterico, gli da quella facoltà che altrimenti è impossibile, la creazione.
È qui che l’uomo si fa Dio, o, per lo meno, si avvicina a lui.
Un uomo per tutti, il grande Michelangiolo, che non dipingeva uomini, forme o volumi, dipingeva degli ancestrali, non terreni, la perfezione. Oggi diviene sempre più raro imbattersi in uomini e donne che abbiamo l’ardimento di percorrere la ventosa e ripida strada dell’arte, il dejà-vu è onnipresente, ma ogni tanto accade, queste sono perle spesso uniche che vivono nell’ombra e spesso nella solitudine pur di riuscire a salire quella strada.
Ce ne sono ancora, vivaddio, e nel loro silenzio esplorano e vivono, ce ne sono ancora. Andrea è uno di loro. Ecco il motivo per cui egli è persona preziosa, è un onesto, non bara mai al gioco dell’arte, ecco perché la musealità inizia a cercarlo ed a collezionarlo.
Roberto Sabatelli |
già Direttore della Pinacoteca Amedeo Modigliani |